Benvenuti in Vermont!! Parte 2

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Come vi dicevo iniziamo davvero ad apprezzare il fenomeno del foliage oltrepassando la cittadina di Stowe e affrontando le curve che salgono e discendono dallo Smuggler Notch Pass (che vi credete 682 mt di altezza -_-)

Ma dato che non di solo pane vive l’uomo decidiamo che vogliamo vedere anche l’attrazione numero 1 e 4 del Vermont con delle personali aggiunte in mezzo…

Facendo a spintoni con il solito gruppo di gioventù bruciata (pensionati over 80) visitiamo una caratteristica e cartonosa fabbrica di gelati.. I gelati di Ben & Jerry dalla particolare impronta ‘Peace and Love’ e dai gusti articolati, improbabili, difficilmente nominabili, sicuramente fudgiosi ma guduriosi all’ennesima potenza!! Ok lo ammetto sono qui per il sample finale!!!

Ben & Jerry perde un po’ della sua poesia quando scopriamo essere stata acquisita da Unilever… Ma.. Un ma importante.. Questo ha fatto si che questi gelati da telefilm arrivassero in Italia!!! Gnam!!!

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Degno di nota anche il pranzo, nei dintorni… Panino (echeseno?!?!) da The Blue Donkey! Not bad guys, not bad!!

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In serata ci dirigiamo verso Burlington la città più grande e più caratteristica del Vermont.. È forse la più conosciuta.. Come al solito la capitale spesso non è nemmeno nota ai più… Ad esempio Montpellier nel Vermont o Albany nello stato di New York..

Guidando tra le colline decidiamo di fermarci in una fabbrica di sidro! Qui e’ inteso come succo di mela, non alcolico come in Francia. E scopriamo che a causa di una prematura fioritura degli alberi e successiva devastazione dei boccioli a causa del brutto tempo in tutti gli stati USA circa l’80% del raccolto andrà perso, con conseguente ed esorbitante lievitazione del prezzo delle mele e di tutto ciò che ne deriva… Suggeriscono infatti di assaggiare un solo sample di sidro a testa.

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A Burlington prendiamo possesso della nostra camera, trovata al momento e corriamo a vedere la caratteristica fabbrica della birra Magic Hat, psichedelica direi!!! Tutta sui generis!! Sembra di stare a una sfilata del Mardi Gras a New Orleans! Al termine del breve tour self guided ci aspettano 8 assaggi delle nove tipologie di birre! La Nine; la loro birra di punta al retrogusto di albicocca ci affascina e colpisce! Purtroppo non spediscono in Italia.. Un pazzo in Australia si accolla le spese x averla ma in Europa ancora nessuno lo fa.. Che possa essere lo spunto per un business?!?!

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Il Vermont e’ il paese che vanta il più alto numero di birrifici artigianali pro capite! Ed esistono itinerari ad hoc per non farsene sfuggire nessuno!! Ecco a noi Magic Hat forse ci basta!! Sono le 17 e vabbe’ che gli americani tra poco mangiano ma 8 assaggi fanno vacillare

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Scende presto la sera, passeggiamo lungo lo splendido lungolago di Burlington (cercando di scorgere il lago) dotato di panchine, dondoli, giardino botanico con spiegazioni delle piante tramite codice QR, pista per le bici e per la corsa… E dopo due passi nella zona pedonale (ebbenesi Main Street) e’ facile accorgersi che Burlington e’ giovane. Ha sede infatti la bellissima Università del Vermont.

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Per la cena scegliamo un ristorante, qualcosa di diverso!! E sbirciando nel piatto di un commensale (che poi si rivela essere un dipendente) riusciamo anche a farci portare un meritevole assaggio di formaggi locali… Poi oso e prendo della pasta.. Alla maniera americana!! Voto 10 alla cottura, voto 7 alla cremina che legava il tutto con troppo aglio e finocchietto… A parte l’ustione di decimo grado alla lingua, voto 9 al Pie di Giacomo. Insomma Bluebird Tavern promossa!!

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Ed eccole qui!! Ci toccano delle tappe di trasferimento.. Direzione Washington! Non possiamo salutare il Vermont senza prima aver visitato la famosa attrazione numero 4: The Teddy Bear Factory a sud di Burlington!! Solita presenza di pullman di gioventù bruciata, solita pioggerellina.. Ma il tour e’ coinvolgente (come sempre), simpatico e gli orsacchiotti dolcissimi!! E soprattutto garantiti a vita!! Anche se lo mangia il cane, viene affettato dalla mietitrebbia o ridotto nella lavasciuga!! Basta sia visibile il marchio di fabbrica nella pupilla ‘Made in Vermont’
I bimbi possono stuffare il proprio orsetto, mettergli il cuore, scegliere colore e texture, i vestiti, e compilare il certificato di nascita (non è Build a Bear che nasce 17 anni dopo in Missuri, copioni).

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Hamburger non ci avrai!! Una buona scelta alternativa per il pranzo ontheroad e’ stata quella di comprare alimenti caratteristici del Vermont in una farm (Daikin Farm) e comporci autonomamente dei panini più sani. Meno male che gli americani hanno sempre dei coltellini di plastica, tovaglioli e cannucce a disposizione in qualunque fast food. In questo posto I fall in love con una macchinetta geniale che spreme le peanuts al momento e ti fa del l’ottimo burro di arachidi naturale (dicono) gnammissima!!

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Macina macina macina chilometri.. La sera ci fermiamo in un posto sperduto da qualche parte nelle Pocono Mountains in Pennsylvania.. Circondati dalla nebbia, e dai cartelli un po’ zen ‘Bridge may icy before road’ solo al mattino ci accorgiamo di essere in una rinomata località turistica montana famosa per lo sci, le attività all’aria aperta ecc…

Ripartiamo!! Vogliamo essere a Washington presto per passeggiare tra gli imponenti monumenti e memoriali…

Solo una sosta veloce per il pranzo… Diffidate dalla frase ‘mi tengo leggero’ e sappiate che se da Pizza Hut chiedi una pizza te la portano intera e la regular e’ enorme!! E nemmeno te lo dicono.. Certo loro si mangiano la versione big!! Che dire?!? Ne siamo usciti provati!!!

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Bilancio del viaggio fin qui:
– 7 giorni
– 1040 miglia macinate ovvero 1637 chilometri
– 7 stati attraversati
– 1 gomma riparata
– una quantità infinita di hamburgers e patatine mangiati

…continua…

Nel frattempo… L’intruso se la spassa con i nonni!!

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